“Karol”
la nuova opera dello scultore
Luigi Oldani
Storie di Bergamo, Luigi Oldani e il suo Karol
LA PRESENTAZIONE NELLE PAROLE DI DON GIOVANNI LOMBARDA
“Ciascun nome evoca un ricordo, una persona, una simpatia o un’esperienza singolare. A volte i genitori si permettono di dare nomi strani ai loro figli, semplicemente perché a loro piacciono, totalmente incuranti del fatto che il nome rappresenterà la persona per tutta la durata della sua vita. Altre volte invece il nome vuole esprimere l’augurio di protezione e di esemplarità di un determinato personaggio che si vuole invocare custode sulla propria creatura.
Karol è un nome che abbiamo imparato a conoscere da anni e inequivocabilmente associamo a un grande uomo vissuto ai giorni nostri: il papa. Giovanni Paolo II è il nome che quest’uomo assunse nel lontano 16 ottobre 1978 quando venne eletto pontefice della Chiesa, e da allora tutti lo hanno chiamato e riconosciuto così. Ma Karol ha sempre espresso la natura, il carattere, la passione, la storia di questo papa che tanto abbiamo amato.
La mia mente corre al giorno dei suoi funerali; un grande striscione si notava nella piazza gremita: ‘Karol il grande’. Sì, Karol è stato il grande papa Giovanni Paolo II perché è stato il grande figlio della terra polacca.
Oggi mi sento anche io di chiamarlo Karol, con il tono della confidenza e dell’affetto che il ruolo impediva di fare, ma che il cuore ha sempre avvertito reale, e non soltanto alla fine, a partire dalla fragile debolezza della malattia. Giovanni Paolo II aveva il grande carisma della comunicazione, riusciva con semplici battute o cenni del volto a creare quel contatto del cuore, quella sintonia capace di scaldare anche le assemblee più numerose. La severità della vita, dalla sua infanzia alla sua giovinezza, fino al ministero a servizio della chiesa polacca in regime comunista, ha forgiato la sua persona, ha reso essenziale la sua filosofia, ha centrato l’interesse sulla persona, di ogni uomo, la persona di Gesù Cristo. Tutto il sentire umano in lui ha trovato eco, tutto il travaglio di un secolo in lui ha trovato espressione, tutto il formalismo istituzionale della chiesa in lui si è rotto. Giovanni Paolo II ha dialogato in modo straordinariamente unico con i giovani, un vecchio capace di parlare ai giovani, perché con loro egli esprimeva genuinamente la grandezza del suo animo e la sincerità del suo affetto. I giovani parlavano con Karol, incuranti che fosse il papa.
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‘Karol’ è il nome della scultura che l’artista LUIGI OLDANI ha voluto creare a memoria e ad onore. Essa ritrae il volto grave e affabile, anziano eppure sempre giovane di questo grande uomo. La particolarità di quest’opera, oltre che nel pregio artistico della mano ideatrice, sta nello spazio. Un quadrato, simbolo universale della terrestrità, contiene, rispettandola, la luminosa santità di questo papa. Tutti lo riconosciamo per quello che fu: papa Giovanni Paolo II, ma nulla nell’opera sottolinea questo ruolo, né la mitria, né lo zucchetto papale, né la basilica di S.Pietro sullo sfondo. È il tratto del volto, il suo lineamento marcatamente infossato, il cenno del sorriso, l’occhio aperto e lucido che lo portano in primo piano, ce lo consegnano familiare, vicino, nostro. Nell’opera la santità non è ritratta con il canone classico del cerchio aureo, ma dentro la spigolosità geometrica del quadrato con il movimento delicato dello sguardo dall’alto, che non giudica, non ingombra, non invade. Il basamento di marmo nero sembra stridere a prima vista con il bianco dell’abito che l’opera non consegna, ma che ogni papa indossa: è la santità quotidiana che c’è nella vita, troppo nera, ma tanto elegante come eleganti sono il colore nero e bianco.
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Credo che attraverso quest’opera ci si possa accostare bene e bene conoscere il grande Karol, Giovanni Paolo II, che il prossimo 1 maggio verrà proclamato beato.
Chi come me ha avuto la gioia e la grazia immeritata di incontrare personalmente il papa, più di una volta, ritrova in questa scultura tutta la sua naturalezza e il suo carisma . Direi: ‘È lui! Karol’. Quando ho incontrato il papa ho sempre avvertito la sensazione forte di abbracciarlo. Mai la sua statura morale ha creato come una barriera invisibile, ma ha sempre favorito, senza eccessi, il bisogno di contatto: stringere la mano, avvicinare il volto, non smettere di guardarlo. Oggi davanti a questa scultura, il sentimento che provo è lo stesso: avvicinare l’orecchio e posare lo sguardo per continuare a sentire viva e calda la presenza di spirito di un grande amico, Karol.
Così l’arte, questo tipo di arte, diventa capace di rappresentare e di dare corpo all’invisibile.”
(Don Giovanni Lombarda)
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LA MIA POESIA
KAROL
Il grano maturo
riflesso nell’oro dei capelli,
l’immacolato manto
steso sul mondo
come le nevi perenni,
il buio degli occhi
rischiarato da una croce
di sostegno e pianto.
Dalla vetta più alta
un baluardo ai cuori sperduti,
unica arma il dolore,
scavato nel tremore del giorno,
vissuto nel pianto delle genti,
amato nel ritorno alla vita
dopo ogni notte straziata.
Valli e pianure,
confini di filo spinato,
quel nome amato ha bruciato
l’urlo dell’uomo
in un fuoco divampante:
“Karol,
totus tuus per sempre!”
(Aurora Cantini)
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